545 KM DI MERAVIGLIA A CIELO APERTO: QUESTA E' LA CICLOVIA DEI PARCHI DELLA CALABRIA
Paesi arroccati, boschi e foreste fittissimi, laghi in quota, faggete vetuste, Geositi Patrimonio Unesco, musei diffusi, culture e dialetti, tradizioni agroalimentari ed enogastronomiche irripetibili altrove, sono solo alcuni degli ingredienti che la Ciclovia dei Parchi della Calabria offre agli appassionati delle due ruote che amano entrare in relazione con i luoghi e vivere appieno l’esperienza del viaggio.
La Ciclovia attraversa longitudinalmente la Calabria più “intima” e autentica, godendo della presenza di quattro straordinarie aree protette su una superficie di oltre 300 mila ettari: da Laino Borgo, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, fino a Reggio Calabria attraversando il Parco della Sila, quello delle Serre e quello dell’Aspromonte, la Ciclovia corre lungo i crinali appenninici da cui volgendo lo sguardo ad est e ad ovest è frequente poter vedere il mare, una suggestione unica che solo la Calabria può regalare.
Un’infrastruttura - che corre in buona parte su strade asfaltate a bassissima frequenza di auto ma che presenta diversi tratti ad uso esclusivo realizzati sul tracciato dell’ex ferrovia calabro-lucana, a nord, nel Parco Nazionale del Pollino, o lungo i laghi che segnano il paesaggio della Sila e delle Serre - su cui la Regione Calabria e i Parchi puntano tantissimo per rivitalizzare le aree interne, e che nel 2021 ha portato all’assegnazione dell’Oscar del Cicloturismo “Italian Green Road Award”, primo posto ex aequo con la Provincia Autonoma di Trento.
Partendo da Nord, da Laino Borgo, il primo parco che si attraversa è quello del Pollino, la più grande area protetta d’Italia, dal 2015 Geoparco Patrimonio Unesco con ben 75 Geositi, dove svetta Italus, l’albero vivente più antico d’Europa, un pino loricato di ben 1.230 anni, e dove sono presenti 2 Faggete vetuste, anch’esse Patrimonio dell’Umanità.
Pedalando fra queste montagne maestose, con vette che superano i 2000 metri, si può vivere un’esperienza unica.
Si raggiungono Mormanno, Morano Calabro, tra i borghi più belli d’Italia, i paesi di etnia arbëreshe, il centro storico di Castrovillari. Ci si può spingere a Papasidero alla Grotta del Romito per vedere i graffiti del bos primigenius, testimonianza fra le più rilevanti delle comunità di Homo sapiens in Italia.
A seguire si scende in direzione di Tarsia, quasi al livello del mare, dove si trova il Museo della Memoria di Ferramonti, che racconta del più grande campo di concentramento fascista del nostro Paese, per poi ripartire in salita in direzione di Bisignano dove operano alcuni tra i migliori ceramisti e liutai ancora attivi in Calabria.
Da qui si sale fino ai 720 m di Acri entrando nel Parco Nazionale della Sila, il “gran bosco d’Italia”, la fonte di legname dei cantieri della Magna Grecia.
Il paesaggio di questo Parco, che offre l’aria più pulita e salubre del continente europeo, è contrassegnato da boschi magnifici, come quello dei “Giganti della Sila” con magnifici esemplari di pini larici e aceri montani alti fino a 45 metri che superano i 350 anni d’età, da numerosi laghi, il Cecìta, l’Ampollino e il lago di Arvo, sulle cui sponde sorge Lorica, affermata località turistica, ma anche da borghi storici come quello di Villaggio Mancuso con le sue caratteristiche baite in legno.
Più avanti si incontra Taverna, il paese che ha dato i natali al celebre pittore Mattia Preti le cui opere si possono ammirare nelle chiese seicentesche e nel Museo Civico. Il viaggio prosegue verso sud in direzione di Tiriolo, il centro che domina il paesaggio dell’istmo fra il Tirreno e lo Jonio nel punto più stretto dell’intera penisola italiana, un luogo animato da botteghe artigiane di liuteria e tessuti.
Proseguendo verso Sud, la Ciclovia si immerge nella Riserva Naturale Regionale delle Serre, un habitat ricchissimo di boschi e foreste, fiumare e cascate spettacolari. Ma anche di luoghi di intensa spiritualità, come la monumentale Certosa di Serra San Bruno, il primo monastero certosino d’Italia, eretto da Brunone di Colonia fra l’XI e il XII sec.
Da qui si prosegue in direzione di Mongiana, il paese delle celebri ferriere volute da Ferdinando IV di Borbone, centrali nella produzione bellica e di ingegneria civile del Regno. Oggi si presentano come affascinante sito di archeologia industriale con un Museo che ne racconta la storia.
L’ultimo tratto della Ciclovia è quello che attraversa il Parco Nazionale dell’Aspromonte, con faggete Patrimonio dell’Umanità e un paradiso di macchia mediterranea contrassegnato da felci giganti e una fauna variegata con tanti uccelli migratori. Uno dei segni distintivi di questo territorio incantevole, e che nulla ha di aspro, a dispetto del nome, sono le grandi “Pietre”, giganteschi monoliti che sembrano approdati sulla Terra da un pianeta lontano, tra cui emerge Pietra Cappa.
L’Aspromonte ricorda anche le gesta di Garibaldi e dei suoi Mille, di cui testimonia l’albero a cui si appoggiò il generale ferito il 29 agosto 1862, della secolare pineta di Sant’Eufemia d’Aspromonte.
Il percorso della Ciclovia, che prosegue nel cuore del Parco e lascia senza fiato per la bellezza della natura, i profumi e il senso di pace che infonde, approda a Gambarie, centro turistico e stazione sciistica ad oltre 1300 m slm.
Qui le asperità sono terminate e inizia l’emozionante discesa che in poco più di 30 Km conduce al caldo lungomare di Reggio Calabria e svela d’improvviso l’Etna e il meraviglioso paesaggio dello Stretto di Messina.
Giunti infine, non si può non sottolineare che la Ciclovia dei Parchi è anche un viaggio nel gusto, nelle millenarie tradizioni enogastronomiche calabresi che raccontano culture e colture del Mediterraneo offrendo prodotti e piatti tipici di qualità impareggiabile, in ogni stagione.
E allora non vi resta che partire perchè c’è tanto da vedere e assaporare! Buon viaggio.
Per i percorsi, le tappe e ogni altra info utile https://www.cicloviaparchicalabria.it/it/ dove nella sezione “Organizza il viaggio” sono indicate le strutture per l’ospitalità, la ristorazione, i tour operator e i bike service.